Un Museo “innovativo” tra Made in Italy, arte e Open Innovation: il caso Salvatore Ferragamo
Un’impresa non è solo attore economico, ma possiede al contempo un’importante funzione sociale, culturale e intellettuale.
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Settore: Museo
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Museo Salvatore Ferragamo
La testimonianza più evidente dell’impegno a favore della cultura è rappresentata dall’istituzione del Museo Salvatore Ferragamo, nato nel 1995 nella sede storica dell’Azienda per volontà della Signora Wanda Miletti Ferragamo e dei sei figli, tra cui in particolare Fiamma, la quale credeva nel valore della storia Ferragamo e considerava la cultura un elemento indispensabile per l’elaborazione e la comprensione della strategia dell’Azienda, in grado altresì di valorizzarne la storia passata e preservarne i prodotti, quali emblemi di durabilità e di eccellenza.
In realtà le prime attività espositive risalgono al 1985, ben prima della nascita del Museo, quando a Palazzo Strozzi a Firenze venne inaugurata la mostra retrospettiva su Salvatore Ferragamo, la prima in Europa e la seconda nel mondo in cui un’impresa di moda presentava i propri prodotti come opere d’arte e di alto artigianato, dimostrando che un’impresa non è solo un attore economico, ma possiede al contempo un’importante funzione sociale, culturale, e intellettuale.
Tra Arte e Moda: un museo “innovativo” tra Made in Italy, arte e Open Innovation
Da poco inaugurata, la mostra “Tra Arte e Moda” (Museo Salvatore Ferragamo 19 maggio 2016 - 7 aprile 2017 e altre sedi) racconta il Museo Salvatore Ferragamo tra touchscreen, due videoinstallazioni artistiche appositamente realizzate per il Museo e la volontà di indagare nuovi ambiti e dialogare con le giovani generazioni. Ma soprattutto, prosegue un viaggio di oltre trent’anni che, con la prima mostra retrospettiva, realizzata nel 1985, ha saputo dimostrare come un’impresa non è solo un attore economico, ma possiede al contempo un’importante funzione sociale, culturale e intellettuale.
Dalla Manifattura al manufatto di valore artistico nella videoinstallazione “Riflessi”
E’ già dagli anni trenta che le calzature Salvatore Ferragamo vengono giudicate manufatti di valore artistico, facendo riferimento ad un concetto dell’arte che focalizzava l’attenzione sulla maestria tecnica al pari della creatività concettuale. Ferragamo, nel suo lavoro, prendeva a modello la bottega artistica rinascimentale, di cui si avevano a Firenze numerose testimonianze e con orgoglio rivendicava il ruolo dell’artigiano-artista, caro alla tradizione.
Una storia importante che il Museo Salvatore Ferragamo ha deciso di condividere con i visitatori non solo per trasmettere il valore delle calzature di Ferragamo, ma per affrontare anche un’ulteriore sfida: cercare di indagare nuovi ambiti comunicativi ed espressivi per arrivare in maniera più efficace anche al pubblico più giovane. Nasce così la collaborazione con Karmachina uno studio di visual design nato a Milano nel 2013 dall’unione delle diverse esperienze maturate nel campo delle arti visive e multimediali da parte dei tre fondatori, Vinicio Bordin, Paolo Ranieri e Rino Stefano Tagliafierro. Una videoinstallazione che mette a confronto le calzature con la loro fonte d’ispirazione, il mondo classico, l’oriente, le avanguardie artistiche del Novecento, il Surrealismo ma anche la cultura artigiana della città di Firenze.
L’atelier diviene Mood Board e lo spazio fisico diventa anche mentale: un’esperienza immersiva all’interno di un dispositivo visivo
Il mood board è qualcosa che ci mostra le componenti che porteranno a un progetto. In quella che in italiano potremmo chiamare “tavola degli umori” si esplicitano i valori legati a un eventuale prodotto: il feeling per quanto concerne la moda e l’idea che si vuole dare all’opera d’arte. Si costruisce una narrazione, uno storytelling grazie al quale si esprime una visione del mondo. Il mood board come strumento di condivisione, costruttore di aggregazione, di definizione di interessi e modalità di consumo. Questo un tempo avveniva nell’atelier, dove la costruzione di un prodotto, di un’opera d’arte, o degli immaginari a essa legati, era costituita da una molteplicità di processi. Oggi tutto avviene in tempo reale. Per restituire tale dinamica al visitatore, in collaborazione con la rivista «A MAGAZINE CURATED BY», è stata ideata una stanza (curata da Alberto Salvadori e realizzata da Karmachina con editing di Elisa Serravalli e sound design di Alberto Modignani) dove l’atelier diviene mood board, dove migliaia di immagini si muovono e si combinano generando uno spazio fisico che è anche spazio mentale.
Museo impresa: Marketing di prossimità e interazione costante attraverso i QRCode e le vetrine speciali
Un museo d’impresa porta con sé costantemente due anime che si intrecciano e supportano vicendevolmente. Ad ogni mostra un QRCode all’interno delle vetrine speciali realizzate presso il negozio di Firenze permette a passanti, clienti e curiosi di ricevere informazioni, suggestioni, approfondimenti relativi alla mostra in corso.
Benefici
Grazie al confronto con nuovi attori del panorama digitale, il Museo Salvatore Ferragamo ha intrapreso un percorso d’indagine verso linguaggi contemporanei e nuove forme di espressione scegliendo il confronto con i protagonisti del panorama innovativo e allo stesso tempo dandosi l’opportunità di sperimentare nuove forme di dialogo e di “incontro” con le nuove generazioni.