Verrua Savoia senza fili con il primo provider no profit

Verrua Savoia senza fili con il primo provider no profit

L'ENTE

iXem è un laboratorio del Politecnico di Torino, costituito nel 2004 da Daniele Trinchero, Riccardo Stefanelli e Ludwig dei Ghermanti. Un laboratorio che negli ultimi 9 anni ha condotto e applicato progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di sistemi di radiocomunicazione per l'annullamento del divario digitale, la tutela del territorio, la facilitazione di procedure a sostegno della sostenibilità. La missione del laboratorio consiste nello studio di sistemi di comunicazione wireless, nella ricerca di tecniche avanzate di comunicazione senza fili, nella promozione della tecnologia wireless per la realizzazione di reti di telecomunicazione in tutto il mondo, il superamento del divario digitale tra i Paesi in via di sviluppo e quelli più avanzati, l'applicazione di tecnologie senza fili avanzate, affidabili, a basso costo, per migliorare le condizioni di vita, la tutela dell'ambiente e la sostenibilità dei processi produttivi.

IL PROGETTO

Il progetto ‘Verrua Savoia senza fili’ nasce nel 2010 quando il MISE (MInistero Sviluppo Economico) autorizza l'iXem Labs a costruire un campo sperimentale dove verificare apparati radio progettati e realizzati dal Politecnico di Torino. La scelta del luogo dove effettuare l'esperimento cadde su Verrua Savoia, perché 4/5 della cittadinanza non aveva ADSL, l'unico provider wireless non aveva capacità di investire per coprire un territorio così morfologicamente complesso e anche perché era il comune dove abitava Daniele Trinchero, fondatore dei iXem Labs stesso. Il progetto consentiva agli abitanti di Verrua Savoia di agire come sperimentatori di una rete wireless a bassissimo costo e alte prestazioni, fornendo in cambio connessione internet gratuita (oggi ci si connette in media a 13 Megabit per 50 Euro all'anno). Dopo poco più di un mese, il 1 agosto 2010, sul Colle di Sgarbinato, fu acceso il primo impianto, al quale furono agganciati 5 volontari. Il 10 ottobre il progetto fu presentato ai verruesi con un programma che prevedeva la fine dell’isolamento digitale della quasi totalità del territorio. Entro i successivi 12 mesi furono realizzati 5 punti di accesso. Le prestazioni degli impianti andarono migliorando mese dopo mese, arrivando nel 2012 a erogare banda con velocità fino a 15 Mb/s. Dal 2014, concluso il progetto del Politecnico di Torino, i cittadini verruesi hanno fondato il primo provider no profit in grado di gestire la banda per 250 famiglie a costi contenuti e ottime prestazioni. Attorno a questo progetto sono poi cresciute una serie di attività collaterali che mirano a coinvolgere tutti i cittadini: sono iniziati una serie di corsi di informatica basic nelle scuole elementari, dove i bambini guidano i nonni all'apprendimento, e la formazione di tutta una serie di volontari che si occupano della manutenzione della rete (che ha un tasso di caduta del 2x1000) e della gestione della macchina. Con il passaggio all'associazione no profit il servizio è diventato a pagamento (pur sempre contenuto), ma il numero delle famiglie che ha deciso di agganciarsi non ha subito alcuna flessione, anzi, data la qualità del servizio hanno deciso di aderire anche cittadini di altri comuni.

I BENEFICI

La lotta al digital divide vede ostacoli di tipo economico, culturale e infrastrutturale e l'operazione organizzata dall'iXem Labs a Verrua Savoia fornisce risposte concrete in tutte queste direzioni. I cittadini che vivono in una zona di fallimento di mercato per i grandi operatori, riescono infatti a essere connessi a prezzi e prestazioni molto competitivi. La gestione “social” del progetto ha garantito il pieno coinvolgimento della popolazione che ha colto il valore del servizio e si impegna nella comprensione del nuovo linguaggio e della nuova tecnologia. Va in questo senso l'idea dei corsi organizzati nelle scuole elementari (bambini e nonni) e della formazione di volontari in grado di gestire i pochi momenti di criticità della rete. È poi da sottolineare come, nella versione originale del progetto, il Politecnico avesse utilizzato e, quindi, sperimentato delle tecnologie non standard, e particolarmente performanti. Solo in un secondo momento, quando è stata istituita l'Associazione, sono subentrati gli obblighi di legge relativi all'utilizzo di tecnologie standard, più costose e meno performanti. Questo vuol dire che, oltre ad aver superato tutti i nodi “classici” del digital divide, se l'esempio di Verrua diventasse virale, potrebbe  anche trasformarsi in un occasione di business per il Politecnico di Torino che potrebbe effettivamente ingegnerizzare, con standard di mercato, gli strumenti utilizzati nella prima fase del progetto.

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