Open Innovation: dall’era del marketing al tempo dei risultati |
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Articolo di Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge e Professore di Imprenditorialità, Università dell’Insubria |
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| È da cinque anni che Pierantonio Macola e Valentina Sorgato mi invitano ad aprire SMAU Milano.
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La domanda che sorge spontanea è quanto, nel frattempo, sia evoluto l’ecosistema italiano delle startup e, in parallelo, il coinvolgimento da parte delle imprese esistenti (quello che, in gergo, chiamiamo open innovation).
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Nell’epoca dove lo spoilering è diventato un’esigenza (tributo involontario a Ivano Fossati), vi anticipo le risposte: Tanto. Non abbastanza. |
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Tanto
Lato startup possiamo dire che l’ecosistema sia letteralmente esploso. Guardando alla punta dell’iceberg rappresentata dalle scaleup, il loro numero è più che raddoppiato (siamo vicini a 600, nel 2018 eravamo sotto quota 300) così come il capitale investito in queste negli ultimi quattro anni è più del doppio di quanto investito nei precedenti dieci.
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Lato imprese, mentre allora l’open innovation era prevalentemente uno slogan di marketing ed era realmente praticata da pochi, oggi quasi tutte le principali aziende italiane (Enel ed Eni in primis) stanno concretamente dandosi da fare per collaborare con le startup ed alcuni risultati stanno iniziando a vedersi. |
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Non abbastanza
L’ecosistema italiane delle startup è cresciuto tantissimo ma il mondo non è stato a guardare. Anzi il mondo dell’innovazione, oltre ad essere partito molto prima, si è mosso a velocità molto più elevate, che il nostro paese non ha ancora raggiunto. Non sto parlando di Silicon Valley o Israele che sono su un altro pianeta. Parlo dei paesi a noi vicini.
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I numeri dell’Italia di oggi sono quelli della Francia di dieci anni fa (la Francia di Holland, non quella di Macron). Lo scorso anno, il nostro “best year ever”, abbiamo investito 2,2 miliardi di dollari. La Spagna 4,7, la Francia 10,8, la Germania 14,4 e il Regno Unito 40,5. Il treno dell’innovazione purtroppo non aspetta. |
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Lato imprese, molte si sono messe in moto, ma ci sono due ma. Molte sono ancora alle fasi iniziali (tornando allo schema di cui sopra, stanno affacciandosi ora nella age of collaboration), solo in poche stanno iniziando a produrre risultati. E chi non produce risultati rischia che, alle prime avversità (leggasi cambi di governance, crisi internazionale, ...), si veda il budget tagliato.
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E poi, a parte qualche caso, il mondo delle PMI è ancora abbastanza avulso dalla collaborazione con le startup. E purtroppo la dimensione non può essere un alibi alla necessità di innovare. Qui un ruolo di regia potrebbero giocarlo le Regioni, come abbiamo visto nel caso dell’area di Ravenna (con il progetto ORA! di Joule) e, a livello internazionale, nelle sperimentazioni in corso in Spagna (Castilla y León), Stati Uniti (Tulsa) e Colombia (Bogotà).
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Quindi?
Apprezziamo i progressi fatti e continuiamo a lavorare. Il più è davanti. Ci vediamo a SMAU.
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Potrai conoscere Alberto Onetti all'evento di apertura di Smau Milano 2023 Open Innovation: welcome to the age of results. Puoi seguirlo in presenza o in live streaming. |
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