Il Museo Archeologico Nazionale di Crotone guarda al futuro
Gregorio Aversa, Direzione Regionale Musei di Calabria: “Con le tecnologie digitali per la valorizzazione dei beni e dei reperti del Museo si aprono nuove opportunità di raggiungere e affascinare pubblici di tutte le età”.
-
Settore: Beni Culturali
-
Area tematica: ICT & digital
Scarica in PDF
-
L’ente
Il Museo Archeologico Nazionale di Crotone è tra i più importanti della Calabria. Propone un percorso espositivo secondo un criterio cronologico, alla scoperta delle principali tappe storiche dell'antica città greca di Kroton, a partire dai rapporti con le comunità indigene preesistenti al momento della fondazione (seconda metà dell'VIII secolo a.C.), attraverso la storia dei suoi atleti, medici e filosofi, fino alla tarda antichità.
Il Parco, che occupa la punta più orientale del promontorio di Capo Colonna, comprende il Museo archeologico nazionale di Capo Colonna e l’area archeologica dell’antico santuario dedicato ad Hera Lacinia, con i resti dell’unica colonna superstite del tempio di ordine dorico del V sec. a.C., circoscritta dalle mura di età romana, una zona boschiva e a macchia mediterranea, simbolo del bosco sacro a Hera. Il museo, inaugurato il 29 luglio 2006, accoglie i rinvenimenti effettuati nell'area del santuario e propone un percorso espositivo delle principali classi ceramiche, oggetti di uso comune e reperti provenienti dai fondali della costa crotonese.
I due poli museali, il primo nel centro storico di Crotone e il secondo a circa 12 km, affacciato sul mare, hanno avuto per anni una funzione conservativa e di studio, ma oggi, con le nuove tecnologie, rappresentano una grande sfida espositiva, per comunicare un patrimonio storico, archeologico, artistico diffuso sul territorio e sott’acqua a una utenza di oltre 20.000 persone all’anno.
L’idea in breve
Il Museo archeologico Nazionale di Crotone e il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, adottando l’idea della Naos Lab, hanno innovato la fruizione delle proprie collezioni museali con l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi dedicati agli ambienti museali. A partire dall’utilizzo della Piattaforma Atlas-Atlante del sapere, è nato il progetto Kroton Lab. Sono stati digitalizzati e catalogati i reperti delle collezioni museali, tramite tale piattaforma, poi sono stati realizzati diversi percorsi di visita, i cui contenuti cambiano in base alla profilazione dell’utente, fruibili attraverso un’app mobile, un applicativo per tavolo interattivo e uno in realtà aumentata.
Una collaborazione feconda tra passato e futuro
La società NAOS Lab, fondata nel 2001 e specializzata in consulenza e sviluppo software, nel tempo si è evoluta in un laboratorio di idee operativo e creativo. Nel 2010 iniziano le collaborazioni con le Università per progetti di ricerca sulla valorizzazione e fruizione dei Beni culturali. Negli stessi anni inizia il lavoro sulla realizzazione di una piattaforma per i Beni Culturali, che ha preso il nome di Atlas-Atlante del Sapere. Dal 2019 nasce la collaborazione con i musei archeologici nazionali di Crotone e Capo Colonna, grazie al progetto Kroton Lab (nato da fondi POR FESR-FSE CALABRIA 2014-2020 ASSE I – PROMOZIONE DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE, Obiettivo specifico 1.3 “PROMOZIONE DI NUOVI MERCATI PER L’INNOVAZIONE” Azione 1.3.2, “SOSTEGNO ALLA GENERAZIONE DI SOLUZIONI INNOVATIVE A SPECIFICI PROBLEMI DI RILEVANZA SOCIALE, ANCHE ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI AMBIENTI DI INNOVAZIONE APERTA COME I LIVING LABS”). La catalogazione e digitalizzazione dei reperti museali, il rilievo del parco e la sua ricostruzione virtuale, le tecnologie 3D, i video, le app per la realtà virtuale offrono ai visitatori numerosi percorsi conoscitivi, diversi livelli di apprendimento, una migliore accessibilità per persone con disabilità sensoriale e svariate modalità di approccio a un patrimonio così importante.
Tanti percorsi per pubblici diversi
Le risorse museali sono inquadrate nel tempo e raccontano la storia di Crotone e del santuario della dea Hera Lacinia presso Capo Colonna.
I reperti riportano gli spazi in cui sono stati ritrovati, le relazioni spaziali tra la città e il mare, e i viaggi verso e da terre lontane. Uno stesso reperto si colloca nel tempo e nello spazio, si racconta in diverse lingue e per tre pubblici diversi: gli adulti, gli specialisti, i bambini.
Ancora, le schede e i racconti sono lette e recitate da attrici e attori, o diventano reperti manipolabili, per un percorso tattile. Potenzialmente ogni persona che visita il museo può scegliere un percorso personale, da godere in presenza, nelle sale del museo, all’aperto o sott’acqua, fruibile con le tecnologie digitali, anche in remoto e online.
Benefici
La flessibilità del sistema, l’integrazione tra reale e virtuale, una piena accessibilità, unite al rigore scientifico dei sistemi di catalogazione e di studio dei reperti, rendono l’innovazione sperimentata a Crotone molto interessante. Il progetto è stato messo a punto negli scorsi anni e affronta ora la prova del pubblico, ma ci sono tutte le premesse perché possa soddisfare tanti visitatori e seguirne la crescita. Un altro punto di forza di Atlas è anche la riproducibilità tecnica e le potenzialità di sviluppo, per intercettare nuovi pubblici e nuove esigenze espositive.