Ohoskin, deep-tech siciliana fondata da Adriana Santanocito e Stefano Mazzetti, ha sviluppato un innovativo materiale vegano che unisce biomasse di arancia e fico d’India a polimeri riciclati e bio-based. Il risultato è un’alternativa premium alla pelle animale: resistente, elegante, tracciabile e completamente made in Italy.

La filiera circolare, alimentata dagli scarti dell’industria agroalimentare, riduce emissioni

e sprechi generando valore economico

e ambientale.
Con partnership nei settori moda, automotive, design e nautica, e un SROI pari a 3,35,
Ohoskin si conferma tra le realtà italiane
più avanzate nell’innovazione sostenibile,
un percorso raccontato anche sulle pagine
del Quotidiano Nazionale.

Gaia è la startup che aiuta aziende e istituzioni
a progettare sistemi di Intelligenza Artificiale etici, trasparenti e rispettosi delle vulnerabilità umane. Attraverso approcci di Ethics by Design, supporta team tecnici e decisionali nel prevenire bias, ridurre i rischi di manipolazione algoritmica
e sviluppare tecnologie che abilitano progresso sociale oltre che innovazione. Un lavoro pionieristico che affronta temi cruciali come polarizzazione, sovraccarico cognitivo
e autonomia decisionale, come raccontato
anche da la Repubblica.

Trace Technologies è la startup abruzzese che supporta viticoltori e agronomi nel prevenire
le malattie del vigneto grazie a modelli predittivi basati su dati satellitari e migliaia di stazioni meteo da terra. La sua app Vigneto Sicuro, usata da oltre 5.000 professionisti in tutto il mondo – dall’Andalusia a Bali – consente di anticipare condizioni che favoriscono patogeni come la peronospora e di intervenire in modo mirato,
con un approccio più sostenibile ed efficiente.
Una tecnologia accessibile (senza hardware
né sensori), pensata per migliorare resilienza
e produzione del settore vitivinicolo.
Un caso emblematico di agritech italiano raccontato anche da StartupItalia.

Linky Innovation rivoluziona la micromobilità elettrica con Linky 2.0, lo skateboard pieghevole – leggero, compatto e trasportabile anche in aereo – progettato e prodotto nelle Marche dopo un importante processo di reshoring dalle fabbriche cinesi alle aree colpite dal sisma. Con soli 6 kg
di peso, un’autonomia di 18 km e una ricarica rapidissima, Linky 2.0 è pensato per il pendolarismo urbano e per integrarsi
facilmente con i mezzi pubblici.
La sfida oggi è culturale: in Italia lo skateboard
è spesso percepito come un gioco o uno sport estremo, ma Linky punta su etica, design e Made in Italy per affermarlo come vero mezzo di trasporto. Una storia di resilienza e mobilità sostenibile che ha catturato l’attenzione anche
di Tom’s Hardware.