NanoSiliCal Devices sviluppa nanofarmaci contro il  mieloma
Ingannare i tumori facendo loro inghiottire delle molecole esca. Nascosti all’interno i principi attivi che non si diffondono per l’organismo e agiscono solamente dove serve.

NanoSiliCal Devices sviluppa nanofarmaci contro il mieloma

Luigi Pasqua, Co-founder e CEO NanoSiliCal: "Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria che si rivolge direttamente al mercato delle multinazionali farmaceutiche. Abbiamo attirato l'attenzio

L’azienda
La NanoSiliCal Devices è uno spin off dell’Università della Calabria fondata nel 2014 da Luigi Pasqua (CEO), Antonella Leggio (CRO) e Catia Morelli (CRO). Ha ricevuto 250mila Euro di finanziamento dal Fondo Europeo Por Calabria Fesr 2007/2013, ASSE I - Scientific Research, Tecnologica Innovation and Society Information - Specific Objective 1.1. È titolare di un brevetto europeo, in fase di concessione, relativo all'approccio tecnologico generale, e di una domanda di brevetto che ha ricevuto dallo European Patent Office, un rapporto di ricerca completamente positivo, in fase di estensione internazionale. Quest'ultima domanda si basa su un nanosistema capace di rilasciare il Bortezomib, farmaco d'elezione nel mieloma multiplo, esclusivamente nelle cellule tumorali attualmente sottoposto a studi in vivo presso l'Università di Milano - Bicocca, uno dei partner della ricerca.

L’idea in breve

Lo studio sulla realizzazione di nanoparticelle di silice con molecole organiche parte nel 2006, l’idea è quella di ingegnerizzare le terapie antitumorali al fine di rilasciare il farmaco antitumorali esclusivamente nelle cellule malate.
La nanoparticella è ingegnerizzata in modo da essere agganciata a una molecola esca che i tumori sono bravissimi a cacciare e di cui sono ghiotti. Infatti le cellule tumorali hanno particolari sensori progettati per individuare queste molecole, catturarle e internalizzarle.
In questo modo le molecole, entrando, trascinano con sé la particella di silice che è nanostrutturata in forma di alveare e all’interno nasconde il farmaco. Quest’ultimo però viene attivato solamente all’interno della cellula tumorale una volta sollecitato dallo stimolo dell’acidità. In questo modo la cellula tumorale viene colpita direttamente dal suo interno e il farmaco non viene rilasciato in maniera indiscriminata lungo tutto l’organismo.

Benefici
Grazie ai nanoveicoli di silice, che possono integrarsi con i farmaci esistenti viene aggredita solo la cellula malata evitando tutti gli effetti collaterali negativi determinati dalle terapie e aumentando, allo stesso tempo, l'efficacia del farmaco oncologico.
La grande versatilità delle "nanoparticelle" di silice mesoporosa consente di produrre sistemi che impiegano, gestendone il rilascio, la maggior parte dei tradizionali chemioterapici, anche a brevetto scaduto. Inoltre, la natura della molecola biologica posta sull'esterno del nanosistema può variare in funzione del tipo di tumore da trattare. Non è di secondaria importanza, infine, che questo approccio tecnologico possa essere potenzialmente applicato non solo per terapie tumorali, mediante l'utilizzo di un diverso farmaco e/o di diverse funzioni direzionanti.

Sviluppi futuri

Dopo tutto il lavoro fatto l’idea dei fondatori di NanoSilical è quella di cercare dei partner industriali o dei partner finanziari in grado di dare sostanza al lavoro di ricerca e sviluppo. Tra i tanti vantaggi c’è quello che il modello di intervento può essere applicato in diverse terapie.
Dal punto di vista degli investitori su NanoSiliCal Devices ha investito Mohammed A. Al Emadi, membro di una delle più accreditate famiglie di imprenditori del Qatar, che opera, sin dagli inizi del secolo scorso, nel mercato del Qatar in differenti aree, che spaziano dal settore manifatturiero a quello delle biotecnologie.

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