Il futuro della Comunicazione Istituzionale degli Enti Locali

21 Ottobre 2011
ore 14:00
Arena Unified Communication - Pad.3

Sommario workshop

Il futuro della Comunicazione della PA è a rischio, soprattutto lo sono le professionalità che ci lavorano, sia in outsourcing che insourcing, i primi rischiando addirittura di trovarsi senza appalti in breve tempo.
Per i secondi c’è la rotazione interna, e se va bene si finisce nel settore IT.
Ma il web master, o il web content editor, comunque si voglia chiamare, è una professionalità che non finisce con la conoscenza tecnica, anzi, la peculiarità è proprio nel saper comunicare, attraverso gli studi e gli strumenti di conoscenza adeguati, quello che un Ente Locale deve far sapere ai cittadini, avendo nel frattempo lavorato pedissequamente sulla  deburocratizzazione del linguaggio amministrativo e aggiungendo l’aspetto iconografico alla comunicazione istituzionale.
Dunque non esistono solo leggi e norme che regolano la trasparenza della PA, ma esiste anche una normativa che invece potrebbe riportare indietro questo percorso avviato in modo fluido sin dalla legge Stanca  del 2004 dai professionisti della comunicazione e far tornare i servizi di informazione solo dei “mezzi” il cui messaggio potrebbe non essere conforme alle regole complesse della comunicazione pubblica.
E soprattutto esiste una “scusa” per gli Enti che vogliono dismettere alcuni settori (e soprattutto alcuni capitoli di spesa) e questo deve essere in qualche modo impedito.
Questa ipotesi, peraltro già realtà in alcuni enti locali, potrebbe ridare vigore all’IT e ai CMS in uso, ma, allo stesso tempo, involversi dal punto contenutistico in modo inesorabile.
Che un tecnico IT sappia di comunicazione ed abbia conoscenza anche solo della teoria di McLuhan sulla trasmissione del messaggio ci pare utopia, cosi come un giornalista dell’ufficio Stampa di un ente locale sia in grado di implementare una pagina in html al punto da crearci funzioni e database in modo accessibile e a norma.
Esistono professionalità a metà tra i due che sanno di ambedue le cose che sono gli veri unici preposti alla funzione di web content editor di un sito web PA.
Eppure le pubbliche amministrazioni, grazie in parte ai CMS userfriendly e in parte al fatto di non avere conoscenza adeguata della figura professionale cui affidare il servizio se ne possono approfittare lasciando in mano a chissà chi queste funzioni.
Insomma, in breve, la legge 150 del 2000, che ha istituito con vigore e determinazione la nascita delle URP e la divisione dei compiti nell’ambito dell’informazione pubblica, potrebbe diventare un ricordo ancor prima di essere totalmente applicata. E questo senza nemmeno essere astata abrogata.
Sono timori fondati e forse in prospettiva anche troppo avanti rispetto al pachidermismo della PA ma tali da far muovere sin da ora dubbi e riflessioni, e a cominciare anzitempo un dibattito aperto coinvolgendo tutti i settori interessati: associazione comunicatori pubblici, OdG e Iwa, cosi come tutti i singoli  professionisti del settore.
Credo che un workshop su questo argomento possa essere interessante per chi si occupa di Comunicazione Istituzionale e IT, anche per far capire agli uni e agli altri che per comunicare correttamente via web occorrono le basi dell’una e dell’altra materia.
Ma forse il futuro delle redazioni web è appeso ad un filo e questo filo si è già rotto e non ce ne siamo accorti.