Biorfarm e l'agricoltura partecipata che permette al consumatore di “adottare” un albero
Osvaldo De Falco: “Aiutare le piccole realtà agricole significa anche proteggere la biodiversità della nostro terra”
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Settore: Agricolo
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L’idea in breve
Strano a dirsi, ma nel settore alimentare coloro che si trovano all'inizio e alla fine della filiera sono i soggetti più svantaggiati dal mercato. Da un lato i produttori che vendono i “frutti” del proprio lavoro ad un prezzo fortemente inferiore rispetto a quello finale. Dall'altra i consumatori che pagano un prodotto, ma poco o nulla sanno della sua storia. “I piccoli agricoltori, costretti a confrontarsi con realtà molto più grandi, non riescono a raggiungere la sostenibilità”, racconta il fondatore di Biorfarm Osvaldo De Falco, “e devono abbandonare le coltivazioni meno redditizie, impoverendo così la biodiversità della nostra terra”. Costi e guadagni non sono bilanciati e, alla fine, a guadagnarci davvero è chi si trova nel mezzo della filiera. La startup di De Falco ha provato a bypassare questo problema sfruttando le nuove possibilità offerte dalla tecnologia per creare un rapporto diretto tra produttori e consumatori. Da qui l'idea di “adottare un albero”: il cliente, con un piccolo contributo, partecipa alle spese per la coltivazione e l'agricoltore lo tiene informato sulle diverse operazioni eseguite recapitandogli poi a casa il prodotto coltivato.
Una nuova forma di consapevolezza
Quella di adottare un albero però non è una semplice iniziativa. È anche una nuova forma di esigenza che il consumatore, soprattutto nelle grandi città, sente sempre più presente nel quotidiano. Mangiare non è più solo un'azione meccanica, ma un'esperienza sensoriale e, come tale, va percepita fino in fondo. Ecco, dunque, un consumatore consapevole che vuole informarsi e conoscere i prodotti presenti sulla sua tavola. E la tecnologia qui gli viene incontro. “Tramite computer si possono monitorare tutti cambiamenti climatici e lo status delle coltivazioni. Tutte informazioni che vengono postate ogni giorno dall'agricoltore con il quale si può entrare direttamente in contatto”. Quasi un social network delle colture che porta alla scoperta. “Il nostro obiettivo è di far sorgere nel consumatore il desiderio di partire e conoscere in prima persona chi c'è dietro il cibo che mangia tutti i giorni, quali fatiche deve affrontare e quali soddisfazioni la terra riesce a donare”, si lascia sfuggire Osvaldo.
Fiducia e community
Biorfarm è una comunità unita dalla passione per l'agricoltura biologica, che vive e s'incontra sul web. E che ogni anno diventa sempre più grande. Dalle 70 adozioni realizzate nel 2015 da un solo agricoltore, siamo passati alle circa 800 di quest'anno operate da un numero di 700 utenti in tre diversi terreni. Come in tutte le comunità, anche qui il motore dell'innovazione è la fiducia. Non solo per quanto riguarda raccolto e spedizione: il prodotto viene inviato gratuitamente a casa a fronte di una donazione economica che varia dai 16 euro per adottare un albero di clementine calabresi, ai 130
richiesti per un olivo secolare. Ma soprattutto per ciò che concerne le tecniche agricole utilizzate. “Il nostro sistema di selezione dei coltivatori ha standard molto rigidi e noi puntiamo molto sulla buonafede delle persone cui ci affidiamo. Anche perché in questo settore la credibilità è tutto e, una volta che te la sei giocata, sei automaticamente escluso”.
Obiettivo agricoltura partecipata
Il sogno di diffondere in Italia un'agricoltura partecipata brilla all'orizzonte e, un passo dopo l'altro, ogni giorno si avvicina. Anche se i passi da percorrere in quella direzione sono ancora molti e non c'è tempo di fermarsi a riposare, o a gioire per gli ottimi risultati sin qui raggiunti. L'obiettivo più prossimo è quello di allargare il numero delle tipologie di adozioni disponibili – per ora solo alberi da frutta, ma in futuro saranno disponibili anche coltivazioni di vegetali – e far conoscere la startup a livello nazionale così da ottenere un maggior numero di adesioni. In questo senso l'appoggio fornito da Confagricoltura e la partecipazione ad eventi come il Seeds&Chips di Milano hanno permesso di acquisire una notevole visibilità. Poi si punterà ad un miglioramento delle tecnologie in uso e, magari, al coinvolgimento nel progetto di alcune grandi aziende del Paese che potranno così creare un proprio campo agricolo aziendale.
L’azienda
La startup calabrese Biorfarm nasce nel 2015 per iniziativa di Osvaldo De Falco. L'idea si sviluppa dall'esperienza diretta del fondatore nell'azienda agricola di famiglia. Una realtà specializzata nella coltivazione degli agrumi, in particolare delle clementine, che con Osvaldo ha toccato la 4° generazione. Nel 2016 due nuovi co-fondatori si aggiungono alla Startup, Giuseppe Cannavale, ex Accenture, e Giorgio Marcianò, ingegnere informatico con esperienza internazionale, e grazie alle loro esperienze e capacità Biorfarm cresce in utenti e migliora il modello di business. Oggi sono in 5 a lavorare sul progetto e 10 le aziende agricole biologiche del network. L'azienda agricola della famiglia De Falco ha conseguito l'attestato di conformità per la produzione con metodo biologico nel 1996. Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Con ANGA (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) contribuisce ai processi decisionali in materia di politiche giovanili in agricoltura a livello nazionale e comunitario.