Il progetto europeo SmartCare permette di monitorare i pazienti anziani direttamente da casa
Sperimentazione effettuata in 10 sedi europee diverse. In Friuli Venezia Giulia ha portato un calo nei ricoveri per recidiva. E presto entrerà a sistema

Il progetto europeo SmartCare permette di monitorare i pazienti anziani direttamente da casa

Gian Matteo Apuzzo: “L'iniziativa pone la nostra Regione tra i capofila in Italia per l'innovazione nel sistema sanitario”

L’idea in breve
Lanciato dall'Europa nel 2013, il progetto SmartCare ha coinvolto 24 regioni e 10 sedi per la sperimentazione, tra cui il Friuli Venezia Giulia. Se l'obiettivo iniziale era creare un nuovo sistema che consentisse il monitoraggio a distanza e la teleassistenza dei pazienti anziani affetti da patologie complesse o croniche, i risultati ottenuti al termine di una prima sperimentazione hanno fatto ben sperare anche sotto altri aspetti: a distanza di 3/6 mesi il numero dei ricoveri di pazienti recidivi, infatti, si è notevolmente ridotto.

Merito degli innovativi strumenti senza fili che si è potuto inserire in maniera flessibile e poco invasiva nella vita quotidiana di ogni paziente. I dati clinici (pressione, peso, frequenza cardiaca e saturazione, glucosio e parametri ambientali) venivano trasmessi a una piattaforma online cui operatori e familiari potevano accedere comodamente anche da remoto. Un modo efficace per avere la situazione sempre sotto controllo, dal momento che in caso di anomalie un sistema di allarmi avrebbe avvertito il personale sollecitandone l'intervento.

Il progetto europeo 
“SmartCare ha cercato di coinvolgere Paesi con modelli socio-sanitari molto diversi tra loro”, dice Gian Matteo Apuzzo, coordinatore europeo e project manager di Asuits (Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste), l'ente che ha rappresentato il Friuli Venezia Giulia in questo progetto e realizzato effettivamente la sperimentazione. “Siamo stati selezionati perché la nostra regione ha una lunga storia di integrazione e innovazione nei servizi socio-sanitari che ne faceva un perfetto caso di studio. Ma insieme a noi c'erano anche Paesi come Grecia, Serbia, Spagna con Aragona e la Scozia”.

Un progetto dall'impatto allargato per poter misurare l'efficacia e la resistenza alle novità nei diversi ambienti, dunque. Un progetto su cui l'Unione Europea ha investito complessivamente 8 milioni di euro finanziando la sperimentazione per oltre il 50%.

La sperimentazione
Fase che in Friuli Venezia Giulia è cominciata a fine 2014 coinvolgendo 201 pazienti. “Persone che soffrivano di scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica o diabete mellito”, ricorda il professor Andrea Di Lenarda, responsabile scientifico del progetto europeo e direttore del centro cardiovascolare che ne ha coordinato l'attuazione.

Dei pazienti che hanno partecipato alla sperimentazione, una metà ha potuto usufruire dei nuovi sistemi tecnologici, mentre l'altra ha proseguito l'assistenza domiciliare tradizionale. Inoltre, una parte si trovava in fase di dimissione dall'ospedale e un'altra era invece caratterizzata da condizioni croniche. “Se la sperimentazione su pazienti cronici non ha riscontrato un successo significativo, molto meglio è andata con quelli che erano stati ricoverati e dimessi da poco”, spiega il professor Di Lenarda. “In questo caso particolare abbiamo riscontrato un sensibile calo (oltre il 20%) dei ricoveri per recidiva a distanza di 3/6 mesi”. 

Il futuro SSR del Friuli Venezia Giulia
Il valore potenziale del nuovo sistema è stato riconosciuto immediatamente. Tanto che il Friuli Venezia Giulia sta lanciando un bando di gara per allargare a regime a 1000 in tutta la regione il numero di pazienti che possono essere assistiti in questo modo. E il servizio verrà presto messo a regime insieme a quelli forniti normalmente dal SSR.

Ovviamente, qualche piccola criticità è ancora presente: non è semplice, infatti, integrare alla perfezione un nuova soluzione tecnologica alle realtà già presenti e superare così la frammentazione delle diverse piattaforme per lo scambio dei dati relativi ad un paziente. “Bisogna aspettare prima di fare una valutazione perché, secondo le nostre previsioni, il rapporto tra costi e benefici inizierà a portare un risparmio consistente dal quinto anno”, conclude Gian Matteo Apuzzo. “Una cosa è sicura: con SmartCare il Friuli Venezia Giulia è oggi uno dei capofila nel nostro Paese per ciò che riguarda l'innovazione del sistema sanitario

L’ente
Per il progetto Smart Care l'Europa ha selezionato 10 sedi di sperimentazione in Paesi con modelli socio-sanitari profondamente diversi tra loro. Insieme ad Aragona, Scozia, Southern Denmark e la città di Kraljevo (distretto di Raška, nel cuore della Serbia) è stato designato anche il Friuli Venezia Giulia con l'Asuits (Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste). La fase di testing di SmartCare ha coinvolto 201 pazienti. Dopo averne riconosciuto risultati e interesse strategico, la Regione ha deciso di mettere a sistema l'innovazione di SmartCare che entrerà stabilmente tra i servizi offerti dal SSR del Friuli Venezia Giulia.

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