Una caldaia “onnivora” ha reso autosufficiente il riscaldamento della Tenuta Molino Taverna
Pietro Banfi: “Un investimento importante, ma eravamo molto fiduciosi. Così risparmiamo 17mila euro all'anno”
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Settore: Agricolo
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L’idea in breve
Quando nel 2011 la famiglia Banfi decide di fare il grande passo e trasformare in agriturismo l'azienda agricola che possiede a Cilavegna, provincia di Pavia, si trova fin da subito a dover affrontare un problema di non facile soluzione: le spese di riscaldamento, soprattutto nel periodo invernale, sono estremamente onerose. “Eravamo seriamente preoccupati”, ricorda Pietro Banfi che, insieme alla sorella Giuditta, gestisce la Tenuta Molino Taverna, “perché in alcuni periodi i costi rischiavano di superare i guadagni. Raggiungere l'autosufficenza termica era diventato per noi fondamentale”.
Fedele al concetto di multifunzionalità applicato all'agricoltura che ha da sempre guidato lo sviluppo dell'azienda, Pietro inizia a interrogarsi sulle opportunità di riutilizzo delle grandi quantità di biomassa legnosa che la Tenuta Molino Taverna ogni mese produce. La risposta al problema del riscaldamento è proprio lì: il progetto di una caldaia “onnivora” in grado di produrre calore utilizzando anche materiali difficilmente combustibili come legno umido o sementi infestanti.
Nascita di una caldaia
Un impianto del genere non esisteva, almeno non ancora. Quella di Pietro Banfi era, infatti, un'idea nuova e di non facile realizzazione. Un'idea e una sfida che la DR Energie Rinnovabili, azienda attiva nella progettazione di soluzioni tecniche personalizzate per la combustione, decide di accettare.
Seguendo le indicazioni del cliente, nel 2012 viene consegnata in Tenuta Molino Taverna una piccola (115 kWatt) ma pesante (ben 25 quintali) caldaia con caratteristiche tecniche assolutamente peculiari. Un forno centrale e un particolare sistema d'entrata che permette di utilizzare biomasse anche al 70% di umidità. Una macchina efficiente e sostanzialmente automatica che richiede al proprietario il solo onere di ricaricare, ogni 2 settimane circa, il silos del materiale di combustione.
L'impianto, di cui alcune parti sono sottoposte a brevetto, ha riscosto un notevole successo, tanto che nel 2014 è stato anche premiato da Unioncamere come buona pratica di sostenibilità ambientale. A riprova del fatto, DR Energie Rinnovabili ha installato caldaie simili anche in altre aziende agricole della zona, mentre alcuni acquirenti erano interessati a un sistema capace invece di consumare il pollime (prodotto di scarto delle avicolture).
Investire per risparmiare
Ovviamente l'innovazione ha avuto un costo, e anche abbastanza importante per le casse della Tenuta Molino Taverna: 110mila euro. “Per noi è stato un investimento”, ricorda Pietro Banfi. “Eravamo perfettamente consapevoli che si trattava di una spesa importante, ma eravamo anche fiduciosi che col tempo sarebbe stata ripagata”. Previsione corretta. Oggi, grazie alla caldaia, l'agriturismo risparmia dai 16 ai 17mila euro annui. E dalla Regione Lombardia è anche arrivato un
rimborso del 40% rispetto all''investimento iniziale, questo per via del PSR 2014-2020 (il Programma di Sviluppo Rurale di durata settennale che promuove con finanziamenti europei i progetti innovativi degli imprenditori attivi nel settore agricolo o forestale). “Su queste basi, dovremmo riuscire a pareggiare la spesa entro il 6° anno”.
Nuovi mercati, nuove opportunità
Ma l'avvento del impianto di combustione per la Tenuta Molino Taverna, oltre che un concreto risparmio sulle spese per il riscaldamento, ha offerto nuove opportunità di mercato. “L'innovazione ha creato anche una filiera produttiva. Le aziende agricole della zona che possiedono una caldaia simile alla nostra vengono qui a rifornirsi di biomasse combustibili”. La famiglia Banfi ha così avuto modo di mettere a frutto quei 15 ettari di terreno boschivo.
“È una tecnologia molto funzionale”, conclude Pietro Banfi, “che potrebbe essere applicata anche ad una grossa struttura pubblica come la scuola. Il Comune andrebbe a risparmiare sulle spese per metano e gpl provenienti da altri Paesi, mentre contemporaneamente investirebbe nel territorio finanziando i suoi stessi imprenditori agricoli”.
L’azienda
Una famiglia di imprenditori tradizionali che riscopre la bellezza e le potenzialità della campagna. Così potrebbe essere riassunta la storia dei Banfi che nel 1991 hanno acquistato la Tenuta Molino Taverna, in provincia di Pavia, specializzandosi col passare del tempo nella produzione di riso, farine di mais, salumi e del pregiato asparago bianco di Cilavegna. Nel 2011 la decisione, per volontà dei fratelli Pietro e Giuditta Banfi, di fare un passo ulteriore lungo questo cammino aprendo un agriturismo che offrisse ai propri clienti la possibilità di scoprire ritmi e sapori della Lomellina rurale.
Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Con ANGA (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) contribuisce ai processi decisionali in materia di politiche giovanili in agricoltura a livello nazionale e comunitario.