Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP con EZ Lab per dare al consumatore la certezza della qualità
Sebastiano Barone, Direttore del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP: “I nostri prodotti sono già certificati e controllati, ma con la blockchain il consumatore può seguire i po
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Settore: Agrifood
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L’Ente
Il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP (Indicazione Geografica Protetta) è un Ente senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole; la sua mission è tutelare sui mercati la reputazione dell'autentico pomodoro di Pachino e difenderlo dagli innumerevoli tentativi di contraffazione commerciale, per mezzo di adeguate azioni legali, su scala nazionale e internazionale. Opera all'interno della filiera per garantire una produzione qualitativamente sempre più alta del prodotto, attraverso il controllo sugli associati e l’applicazione del Disciplinare di Produzione. Valorizza e promuove il prodotto in funzione del territorio in cui nasce, per divulgare lo stretto legame che esiste tra le qualità organoletticamente superiori del pomodoro di Pachino e le specificità climatiche e geografiche del territorio di origine dove viene coltivato.
L’idea in breve
Il marchio IGP -Indicazione Geografica Protetta- presuppone che venga utilizzato solo da aziende che operano su uno specifico territorio, rispettando un disciplinare estremamente preciso: sono definite le varietà di pomodoro (tondo liscio, costoluto, cherry o ciliegino, plum e miniplum), la zona di produzione, le modalità di coltivazione, nonché le modalità di vendita e il packaging.
I pomodori devono essere confezionati in un contenitore chiuso, con un sigillo con il logo distintivo dell'IGP «Pomodoro di Pachino». I pomodori possono essere venduti anche non confezionati, purché ogni frutto sia etichettato.
Il disciplinare è severo, e il rispetto delle indicazioni da parte di produttori e confezionatori è verificato da un ente terzo, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia «A. Mirri».
Nonostante la severità dei controlli, in un mercato dove le contraffazioni sono all’ordine del giorno, il Consorzio ha deciso di affidarsi alla blockchain per garantire ulteriormente il consumatore.
I produttori e i confezionatori del Pomodoro di Pachino utilizzano AgriOpenData, piattaforma digitale sviluppata dalla PMI innovativa EZ Lab, che proprio in questi giorni è in campagna Crowdfunding su Mamacrowd, per registrare in modo immutabile tutte le informazioni della filiera, a partire dalla serra di provenienza.
Il progetto innovativo è coordinato dal Partner locale di EZ Lab, Salvo Zappalà CEO di TechNrgy. La tecnologia Blockchain consiste fondamentalmente in un database contenente un libro mastro di tutte le transazioni eseguite tra gli utenti dalla sua creazione. Il database è sicuro e decentralizzato: viene condiviso tra tutti gli utenti, senza intermediari, per cui ogni partecipante può verificare la validità della catena delle informazioni. AgriOpenData applica il sistema integrato Blockchain al settore agroalimentare attraverso un codice univoco (consultabile tramite lettore QR Code) che registra e traccia passo per passo la storia di ogni prodotto.
Con AgriOpenData tutti i dati sulla filiera del Pomodoro di Pachino sono a portata di smartphone: il consumatore, visualizzando un QR Code stampato sulla confezione, accede alla «carta d’identità» del prodotto, dalla serra alla raccolta, allo stabilimento in cui è stato confezionato, risalendo l’intera catena della distribuzione.
Il disciplinare IGP del "Pomodoro di Pachino" delimita la zona di coltivazione all'intero territorio comunale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, oltre a parte dei territori comunali di Noto (SR) e Ispica (RG), nella parte sud orientale della Sicilia.
Al Consorzio aderiscono ventotto aziende di confezionamento e 150 produttori, che portano sul mercato, soprattutto sviluppato nel nord Italia, circa 10 milioni di chili di pomodori all’anno.
I benefici
Alla fine del 2018 i dati di Coldiretti dicono che è salito a oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento del 70% nel corso dell’ultimo decennio per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano l’Italia.
In questa situazione l’adozione della tecnologia della blockchain per rafforzare il rapporto con il consumatore, dare maggiori garanzie e maggiore sicurezza su quanto il consumatore sta acquistando è una strategia molto opportuna. Dopo aver lavorato alla costruzione del marchio
«IGP Pomodoro di Pachino», aver lavorato sulla filiera, aver lavorato sulla freschezza del prodotto e sulla riduzione dei tempi di distribuzione –24 ore dallo stabilimento di confezionamento al negozio–, il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP decide di utilizzare la blockchain per rafforzare un rapporto di fiducia con l’acquirente, rapporto basato su una tecnologia considerata affidabile e “buona”. In mancanza di prossimità, di vicinanza del consumatore al luogo dove si coltivano i prodotti, di conoscenza diretta dei produttori, entra in campo la tecnologia: non a caso l’Economist definisce la blockchain come “the trust machine” cioè la macchina della fiducia.