Small Town e piccoli Comuni

Sommario workshop

In una seconda fase della progettazione italiana per le città intelligenti, è indispensabile individuare alcune specificità che, nella prima fase, quella iniziale, non sono state prese in considerazione. Una di queste specificità consiste nello sviluppare maggiore attenzione nei confronti di una sostanziale differenza, quella che passa fra le grandi aree metropolitane e le cosiddette small town, gergale usato a livello internazionale ma quanto mai rappresentativo di una storica realtà italiana, un paese nel quale si esprime un vasto patrimonio di cittadine con grandi tradizioni; e grandi modernità, anche. Nella small town si possono fare cose non praticabili nelle grandi. Quali? A Terni, per esempio, c’è una condizione molto particolare: il Comune è proprietario delle reti.
A Pavia invece stanno cominciando a sviluppare progetti che tengano conto delle esperienze internazionali di small town.
Guardiamo anche fuori Italia. In molti paesi europei si è più avanti nella progettazione di smart city, e quindi anche sulle small town ci sono esperienze dalle quali trarre suggerimenti. E poi, non solo le small town: c’è un terzo importante modello progettuale, quello che individua un insieme di piccoli Comuni, connesso da tradizioni culturali locali, da vocazioni produttive, che può trarre vantaggio dal configurarsi come una realtà che mette insieme le proprie risorse dando ai propri abitanti uno scenario di vita che, nella dimensione separata, non è di fatto praticabile. Senza contare che è anche la proposta verso l’esterno che può essere fortemente migliorata, per esempio nella direzione del turismo.

INTERVENGONO:

Ing. Luca Galandra, Responsabile servizio comunale, Comune di Pavia
Dott. Renato Bartolini, Assessore per l’Innovazione del Comune di Terni
Dott. Enrico Borghi, sindaco di Vogogna e Presidente della Commissione Montagna Anci