Terre Cortesi Moncaro: «Grazie alla tecnologia sappiamo tutto dei nostri vini»
“Il mondo del vino è cambiato moltissimo negli ultimi anni. Il mercato ha bisogno di risposte e dati precisi in poco tempo. Senza la tecnologia, iniziano le difficoltà”
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a cura di: Camera di commercio di Ancona
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Settore: Mercato del vino
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Area tematica: AgriFood
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L’azienda
Nata nel 1964, la Moncaro è composta da tre cantine di produzione, situate nelle tre zone strategiche delle Marche per la produzione di vini. Una cantina si trova a Montecarotto (qui c’è anche il centro logistico dell’azienda), dove si produce il Verdicchio classico.
Un'altra cantina si trova in provincia di Ancona, nella zona del Conero: qui si produce il vino rosso Conero e Conero DOG. Infine, c’è la cantina del Piceno dove si producono altri due vitigni tipici marchigiani: il Pecorino e la Passerina.
Il mercato del vino chiede delle risposte in tempi rapidi
L’azienda mantiene da sempre un costante e continuo controllo di tutta l’intera filiera produttiva, che è lunga e importante.. «La nostra esigenza era quella di avere a disposizione la tracciabilità integrale della filiera produttiva che parte dalle vigne, passa nelle cantine della trasformazione e arriva alla vendita di un vino che avviene in Italia ma anche in Cina o in Giappone: non ci bastava più avere i dati in un foglio excel. La nostra azienda, nel suo piccolo, è complessa» ci spiega Gianni Mazzoni, uno degli enologi della Moncaro. «Avevamo bisogno di dati precisi, da consultare in maniera rapida per rispondere alle richieste del mercato, ai nostri clienti della GDO, e anche alle varie certificazioni di qualità. Nelle nostre cantine abbiamo vini con un ciclo di vita di 10 mesi e altri con una storia di 10 anni. Di ogni vino dobbiamo definire la tracciabilità (sapere per esempio la storia, la tecnica, la gestione dei lotti, i travasi, le linee di imbottigliamento, i materiali utilizzati...). Avevamo inoltre bisogno di una tecnologia che collegasse tre settori diversi in cui ci troviamo a operare: quello agricolo, le cantine di trasformazione e il settore commerciale».
La soluzione: un software per la tracciabilità
In collaborazione con una software house, è stato creata una soluzione informatica per la tracciabilità che stiamo iniziando ad adottare. C’è voluto un anno di lavoro. «Con il lotto di riferimento presente sulla bottiglia oggi risaliamo a tutti i processi che sono stati effettuati fino ad arrivare alla vigna e al tipo di uva che l’ha composto. C’è di più. Il settore della produzione del vino è molto regolato dalla legislazione. C’è il rispetto di alcune regole precise che partono dalla campagna fino alla bottiglia. E grazie al software riusciamo a monitorare, in modo preciso il rispetto di tutte le regole dalla campagna fino alla tavola».
Risultati
«Grazie a questo software abbiamo a disposizione dati e informazioni precise, disponibili in maniera rapida e utili a tutti quelli che lavorano nella filiera per rispondere alle richieste del mercato. Per esempio il tecnico in campagna registra su un’App la maturazione della vigna, il tecnico in cantina può conoscere tutti i travasi e sapere che cosa c’è in ognuno dei 500 contenitori che ha, l’addetto commerciale conosce la storia, il clima e il microclima da dove proviene il vino che sta vendendo. Inoltre, agli ispettori per la certificazione offriamo una banca dati che in due ore permette loro di avere tutte le informazioni richieste: prima ci volevano due giorni di lavoro. C’è di più: tra i dati che inseriamo nel software c’è anche il riferimento “a chi fa cosa”. Questo responsabilizza i dipendenti e sprona tutti a fare meglio il proprio lavoro».