Plastica Alfa: nuove coltivazioni per smaltire la CO2
L’impresa siciliana propone sistemi di irrigazione “abbinati” a un’app per il monitoraggio delle colture. Di recente si è aperta alla produzione di bioreattori per lo smaltimento della C02 a

Plastica Alfa: nuove coltivazioni per smaltire la CO2

Jasmine Pace: “Ora il nostro sogno è quello di creare un acceleratore al servizio delle startup

L’idea in breve

Utilizzare le coltivazioni algali, come strumenti per “smaltire” la Co2, prodotta da aziende inquinanti: questa l’ultima sfida di Plastica Alfa, impresa di Caltagirone che ha negli ultimi anni ha saputo imprimere un’impronta green alla propria produzione. La coltivazione avviene attraverso un impianto composto da tubi trasparenti in grado di captare l’anidride carbonica per far crescere una microalga destinata ai settori della nutraceutica, della farmaceutica e della cosmetica.

Il funzionamento

Le colture algali consumano in media due kg di anidride carbonica per ogni kg di biomassa algale prodotta. Ecco che la coltivazione delle alghe su larga scala può rispondere al contempo al problema di smaltire la C02 e alla domanda crescente di questo tipo di prodotti che arriva sul mercato: si pensi ad esempio alla crescente diffusione di integratori alimentari che “sfruttano” le proprietà benefiche di diversi tipi di alghe come la Spirulina o la Chlorella. Non solo: le microalghe, per le loro straordinarie proprietà, sono già oggi un prodotto destinato alla produzione di antibiotici, antivirali, antiossidanti ed immunostimolanti. Il bioreattore realizzato da Plastica Alfa, che favorisce lo sviluppo di processi biochimici di fotosintesi, è stato realizzato all’interno di un progetto di ricerca che ha visto il coinvolgimento di una rete di imprese e enti di ricerca come il CNR e le Università di Palermo, Catania e Messina. I sistemi a base polimerica sviluppati per questo tipo di coltivazione sono additivati con specifiche nanocariche in grado di aumentare la resistenza alla degradazione fotochimica dovuta alla prolungata esposizione all’irraggiamento solare negli anni. Il fotobioreattore deve infatti garantire nel tempo una adeguata trasparenza per permettere alla radiazione luminosa di raggiungere la coltura algale in crescita.

La sfida dell’IoT

Plastica Alfa è un’impresa capace di evolvere continuamente e rispondere alla domanda del mercato diversificando la sua produzione e la sua proposta. Alla specializzazione inziale nel settore agricolo con la produzione di componenti per gli impianti di irrigazione ha poi abbinato una produzione di reti termoidrauliche e reti idriche che si è affianca a quella iniziale delle reti irrigue. Oggi il catalogo dell’azienda conta ben 6500 diversi articoli, fra cui anche molti prodotti che nascono dall’attività di ricerca dell’azienda e che consentono di ridurre l’impatto ambientale, come i sistemi filtranti delle microparticelle: sviluppati inizialmente per gli impianti di irrigazione hanno poi trovato applicazione nell’industria chimica. Di recente l’azienda si è aperta alla sfida IoT: oggi la proposta degli impianti di irrigazione si integra con la proposta di un’app collegata a una rete di sensori diffusi che consente all’agricoltore di monitorare attraverso il proprio tablet lo stato di ogni lotto del terreno. La grande apertura al cambiamento mostrata da Plastica Alfa ha portato l’azienda a scegliere di intraprendere una nuova sfida, in chiave Open Innovation: “Abbiamo messo a punto un progetto per creare un acceleratore destinato a imprese che operano nell’agrifood”, spiega la direttrice generale Jasmine Pace. Pur avendo una solida divisione interna di R&D  Plastica Alfa ha deciso di iniziare questo nuovo cammino a partire dalla convinzione che lo scambio con le startup possa portare un grande valore aggiunto.

I benefici

La coltivazione delle alghe trasforma la C02, generalmente considerata un costo in termini ambientali in una risorsa. Si riduce così l’inquinamento e al contempo si aprono nuove prospettive per il settore agricolo, dal momento che questo tipo di coltivazione, ancora poco diffuso nel nostro Paese, presenta enormi potenzialità e forti prospettive di sviluppo della domanda da parte del mercato.

 L’azienda

Nata nell’1983 dall’esperienza di Mario Pace, progettista di impianti di irrigazione che aveva ideato innovativi sistemi di microirrigazione, Plastica Alfa si apre ben presto ai mercati esteri: già nel 1987 l’azienda entra nei mercati internazionali con la prima linea di valvoline a cilindro e valvoline in sfera di plastica dedicate all’irrigazione. Oggi Plastica Alfa esporta in ben 80 paesi nel mondo.